Gli scienziati del Centro per la macroecologia, l'evoluzione e il clima dell'Università di Copenaghen stanno avvertendo dei rischi e delle conseguenze del tentativo di ricostruire ecosistemi ormai estinti, una mossa commerciale che sta guadagnando popolarità in tutto il mondo. Secondo i ricercatori, i test rivelano che i benefici di questi tipi di restauri sono limitati. Secondo loro, la storia dimostra che l'introduzione di specie estinte ha spesso conseguenze inaspettate e negative.
Il dibattito prende il volo dall'intenzione di un gruppo di scienziati siberiani impegnati a ricostruire un ecosistema perduto migliaia di anni fa dall'introduzione di alci, bisonti, cavalli, buoi muschiati e renne, in una terra che si chiamerà "Parco del Pleistocene".
Gli scienziati danesi che svolgono questa ricerca sostengono che, sebbene l'applicazione della "rinaturalizzazione" sia già in atto, non ci sono ancora abbastanza informazioni sulle sue conseguenze, e soprattutto esprimono la preoccupazione di una totale assenza di pensiero critico da parte di quegli scienziati che lavorano alla ricostruzione di questi ecosistemi.
Il Centro per la macroecologia, l'evoluzione e il clima insiste sulla necessità di una ricerca di base sulle conseguenze della modifica dell'ecosistema prima di implementare la "rinaturazione" sul campo come importante tentativo di conservazione. Invece, gli sforzi di conservazione dovrebbero concentrarsi sulla protezione della biodiversità e sulla riduzione dei principali rischi ambientali come la deforestazione, i cambiamenti climatici e le specie invasive.
Se sei interessato a saperne di più su questo argomento, vai a:
- Centro di macroecologia, evoluzione e clima dell'Università di Copenaghen
Vi lasciamo un video che ha a che fare solo con il rilascio di una tigre siberiana, di cui ne sono rimasti solo 400.
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